Neuromarketing e Social Network un binomio perfetto per il business!


I Social Network non hanno soltanto assunto un ruolo centrale nelle nostre attività quotidiane, ma anche nel nostro modo di interagire con ciò che ci viene mostrato. Numerose aziende li utilizzano per proporre i loro prodotti o servizi, pubblicando post sponsorizzati, video e altre elementi audiovisivi.
Ma in quale modo è possibile ottimizzare i contenuti digitali, rendendoli sempre più personalizzati e attraenti per il nostro pubblico? Adoperando metodi e strategie derivate dalle scienze applicate, come il Neuromarketing.
Andiamo ad analizzare questo binomio tra neuromarketing e social network per potenziare il business.

Il Neuromarketing si basa su discipline scientifiche ibride, nate nel corso degli anni 2000, con lo scopo di applicare ai business aziendali le conoscenze, acquisite da studi e ricerche biomediche. Comprendere come reagisce la nostra mente, quando veniamo esposti ai contenuti pubblicitari, può rivelarsi un incredibile fonte di informazioni per intercettare i desideri reconditi e i bisogni inconsci delle persone. Per rispondere a queste esigenze occorre creare contenuti che riescano a stimolare i nostri impulsi. Il tutto avviene in pochissimi secondi, prima che la parte razionale del nostro cervello si attivi. La velocità di elaborazione del cervello umano è di un quinto di secondo. Per dare un’ulteriore prova delle opportunità offerte dal neuromarketing, è giusto sapere che nelle sedi dei più importanti social network, come Facebook e Instagram, sono presenti dipartimenti dedicati allo studio e allo sviluppo delle scienze applicate.

Approfondiamo ora la realizzazione di un contenuto digitale seguendo una logica basata sul Neuromarketing. L’impatto visivo assume un ruolo di primaria importanza. La scelta dell’immagine deve essere pertinente con il tema trattato e studiata accuratamente.
Ma l’immagine è sempre più importante del testo? 
In certi casi i titoli e i testi sono più importanti, dipende dal social network utilizzato. Presentare un testo coinvolgente, rendendolo meno promozionale e più narrativo, è un ottimo metodo per stuzzicare la mente dell’utente. Lo storytelling concretizza questa idea, raccontando passo dopo passo, una parte del messaggio che si vuole trasmettere al nostro pubblico, invitandolo a saperne di più. Un altro aspetto fondamentale è la personalizzazione dei contenuti , attuata tramite la creazione di post su misura per i nostri follower e utenti.

I contenuti vanno realizzati tenendo conto delle caratteristiche biologiche delle persone, come il genere. Per esempio, le donne elaborano gli stimoli e captano informazioni con una capacità tre volte superiore rispetto agli uomini, e di conseguenza, richiedono un numero maggiore di dettagli prima di compiere una determinata scelta. Pertanto un post contenente un testo più lungo ed esplicativo di quello utilizzato solitamente, può rivelarsi molto più coinvolgente per il pubblico femminile. Gli uomini invece, prediligono contenuti più diretti ed essenziali, adatti ad una mente più strategica. Per generare questo interesse immediato nella mente è importante mettere in evidenza la componente emotiva dei contenuti digitali.

Le emozioni sono gli elementi principali dei social network. Grazie ad essi, possiamo instaurare relazioni durature ed empatiche con il nostro pubblico, creando community digitali, dove poter infondere una sensazione di affidabilità e familiarità. Non si devono utilizzare i social media per vendere un prodotto, ma per creare una relazione. La vendita del prodotto sarà l’effetto consequenziale del legame emotivo creato con l’utente. Un concetto esplicato dal fatto che i social media stimolano il nostro “cervello sociale”, alimentando il nostro senso di appartenenza ad una comunità. Non è un caso che i contenuti digitali che ci vengono mostrati, generino in noi reazioni diverse a seconda dei nostri valori, della nostra personalità e dei nostri bisogni. Studi e ricerche di neuromarketing hanno inoltre confermato che i social network possono alterare il nostro umore. Ogni canale digitale è diverso dall’altro, e viene visitato in base a cosa proviamo e a cosa ricerchiamo in quel determinato momento. Per esempio, quando ci sentiamo soli andiamo su Facebook, dove i gruppi chiusi stanno riscontrando un notevole successo, quando siamo arrabbiati andiamo su Twitter.

Come si è potuto constatare il Neuromarketing, opera su diversi aspetti della comunicazione digitale, illustrati durante il TolkTolk, condotto da Dora Carapellese e con la partecipazione di Caterina Garofalo, presidente di AINEM, la prima associazione italiana specializzata in Neuromarketing.
Per ascoltare tutti i suggerimenti emersi durante l’evento guardate la video intervista!

Ps. In passato abbiamo già affrontato questo argomento con ulteriori suggerimenti, se siete curiosi seguite il link 🙂

Tolktolk. Il neuromarketing nei social network

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Una risposta

  1. 07/07/2023

    […] Se vuoi leggere invece i concetti chiave raccontati durante la serata, su Insocialmedia trovi una sintesi molto ben fatta.Neuromarketing e Social Network un binomio perfetto per il business! […]

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