I Social Media ai tempi del Coronavirus

Sembrava un’ipotesi remota, l’arrivo di un virus così pericoloso da creare in breve tempo tanti cambiamenti, è invece è arrivato, complice la globalizzazione il Coronavirus si è fatto strada nelle nostre vite.
Questi giorni che sembrano così surreali ci stanno portando a riflettere su tante cose che riguardano la società, l’economia, i grandi e piccoli sistemi, e tra questi pensieri per chi si occupa di digitale anche sul ruolo dei Social Media in questo particolare momento.
Soprattutto ci stiamo chiedendo quale è oggi il loro impatto sulle nostre vite, se già prima facevano parte della nostra quotidianità, ora che ruolo hanno?
Sicuramente se prima erano importanti ora sono indispensabili, non potendo avere più contatti con l’esterno, sono lo strumento principale per entrare in relazione con gli altri, condividere pensieri, notizie, sensazioni. Ci fanno sentire meno soli, ci fanno compagnia in questo momento di isolamento sociale e di forzata inattività, in cui anche il lavoro ha subito un inevitabile rallentamento e le giornate sembrano non finire mai.
L’isolamento a cui siamo costretti paradossalmente ci sta facendo sentire più vicini, ci porta a condividere messaggi di incoraggiamento, inni, canzoni, obiettivi di rinnovamento e tanto altro.
Nelle ultime settimane, oltre ai canali di informazione ufficiale, i social network come Facebook, Instagram, Twitter sono diventati contenitori di informazioni generati direttamente dagli utenti, contenuti di tutti i tipi che spaziano dal vissuto personale, a richieste d’aiuto, a messaggi per raccogliere fondi e fornire assistenza sino a vere e proprie campagne di crowdfunding in favore dell’emergenza.
Abbiamo assistito sui diversi canali digitali alla nascita di vari appuntamenti virtuali anche più leggeri, dall’aperitivo online all’erogazione di momenti formativi, all’organizzazione di applausi coordinati in tutta Italia, e a campagne social come #iorestoacasa, per incentivare le persone a restare nel proprio domicilio ed evitare il contagio da Covid. Chi sta a casa va avanti quindi con dirette social, video e challenge di ogni tipo, storie di momenti vissuti che ci fanno immergere nella quotidianità altrui e comprendere meglio situazioni altrimenti visibili solo in Tv.
Una sorta di catarsi collettiva in cui i Social Network hanno assunto un ruolo diverso, non più un luogo di autoreferenzialità e branding, ma un posto dove valorizzare l’aspetto “sociale”, perché attraverso la condivisione delle nostre storie tutti ci sentiamo meno soli e più coinvolti dal flusso degli avvenimenti. Partecipi anche noi della storia e di quello che verrà dopo nella nostra società.
I Social Media sono diventati il palcoscenico delle nostre vite, con scopi e finalità diverse, meno protagonismo e più empatia verso gli altri. Dove poter dare una mano e sentirci davvero partecipi delle storie altrui. Un luogo che possiamo contribuire a rendere migliore se facciamo lo sforzo di distinguere ciò che è buono da ciò che non lo è. Come le Fake News ed i contenuti creati ad arte per fare disinformazione e scatenare polemiche e liti che non portano a nulla, se non ad imbarbarire l’ecosistema digitale.
Ci sarà tempo per analizzare meglio ciò che è accaduto, comprendere come si è evoluto il mondo dei social e come sarà cambiato. Mi immagino però lo sviluppo di dinamiche diverse, in cui ognuno si assumerà una maggiore responsabilità nella comunicazione, si esprimeranno contenuti di valore e si cercherà di costruire delle community con un impatto concreto anche nella vita offline.
Un uso virtuoso dei social media, come era all’inizio della loro storia, un posto dove informarsi, costruire relazioni, farsi conoscere e trovare occasioni professionali con persone affini per metodologie e obiettivi.
Ci sarà bisogno, al termine di tutto questo periodo, di estrapolare il meglio anche dal mondo digitale e ripartire con una nuova mentalità ed un approccio diverso anche nella gestione della comunicazione.
Che cosa avete detto